Percorso chiesina del Mal di Capo, chiesa delle Piagge e Via Cupa
Un percorso sicuramente interessante dal punto di vista paesaggistico e culturale è quello che seguendo l'antica via per Chiusi porta a scoprire la tante chiesette e cappelle risalenti alle più svariate epoche che la punteggiano, secondo l'usanza che voleva la costruzione di luoghi di preghiera lungo le strade principali; sarà anche una buona occasione per immergersi nella campagna che subito si apre appena lasciato l'abitato, scoprire sorprendenti punti panoramici nonché quelli che sono stati i più antichi insediamenti abitati di Sarteano. Dato lo sviluppo relativamente breve (circa due Km e mezzo) se ne consiglia la percorrenza a piedi per potere meglio cogliere i particolari artistici delle costruzioni e le sfumature della natura circostante.
Partiamo dunque di nuovo da Piazza Domenico Bargagli ed incamminiamoci sotto il
muraglione a destra della salita per Piazza XXIV Giugno il quale ci guida verso
Via Marconi, quella che una volta, come ci ricorda l'insegna di una locanda alla
nostra sinistra, si chiamava Via dei Tintori; sotto i nostri piedi, infatti,
scorreva un tempo un corso d'acqua (adesso sotterraneo) proveniente dalla
sorgente della piscina, che serviva ad alimentare le tintorie di panno presenti
lungo la via. Continuando in avanti ci troveremo a passare davanti a Porta Umbra
quella inferiore (alla nostra sinistra) e superandola ci immetteremo in Via del
Cimitero e alla prima biforcazione gireremo a sinistra verso Via S. Vittoria;
dopo poche decine di metri ci apparirà in uno spiazzo tre le abitazioni alla
nostra destra l'antichissima chiesa di Santa Vittoria, o almeno quello che ne
rimane: le robuste mura, il portale, l'abside e pochi altri particolari interni.
Si trattava in origine di un tempio etrusco - romanico successivamente
riadattato a luogo di culto cristiano e cimitero; in tempi recenti è stata
riscoperta perché grazie alla sua particolare conformazione simile ad un teatro
a cielo aperto, vi si tenevano nel periodo estivo le rappresentazioni della
locale Accademia degli Arrischianti quando ancora non era riaperto al pubblico
il teatro comunale, e successivamente ha ospitato anche delle mostre di pittura;
incamminandoci lungo la stradina che la percorre sul lato sinistro ne potremo
vedere l'abside nella sua parte posteriore.
Proseguendo in avanti ci troveremo a scendere di nuovo in Via del Cimitero, del
quale adesso abbiamo la visuale in un paesaggio di campagna ameno e rilassante;
raggiungendolo vi troveremo quasi di fronte la cappellina della Madonna
dell'Uccellino, ben ristrutturata e con un grazioso interno contenente un
affresco della Madonna col Bambino. Continuiamo ora lungo la strada sterrata
dove si affaccia la chiesina e dopo poco troveremo a destra, tra due colonne
quadrate di pietra, un vialetto in cima al quale potremo scorgere la chiesa del
Portoncino facente parte del podere omonimo e attualmente proprietà privata;
andiamo ancora un po' più avanti e dove la via si biforca troveremo nella parte
sinistra la chiesina del Mal di Capo. Sulla sua facciata, in basso a sinistra
della porta è ben visibile una pietra sporgente con un incavo tondeggiante nella
parte inferiore: tradizione voleva che poggiandovi dentro la testa si guarisse
dal mal di capo, e da qui il curioso nome che le è stato dato. Essa è
normalmente chiusa, ma dalla finestrine si può ammirare il bell'altare interno.
Poco oltre, dentro un campo delimitato da un vecchio muro in pietre, è ben
visibile la grossa sagoma della Chiesa delle Piagge che come potremo constatare
è piuttosto in cattivo stato, un po' cadente e coperta di rovi; anche il suo
interno è stato completamente spogliato e il campo circostante è in preda alle
erbacce. Eppure essa è sempre suggestiva da vedere, come un gigante abbandonato
ma sempre austero e dignitoso; dallo spiazzo di fronte alla sua facciata, poi ,
dipartono due file di grandi cipressi che guidano il visitatore verso una croce
eretta proprio sul ciglio della scarpata al limitare del campo, con la base in
pietra recante la ben visibile la data 1845. Da questo punto si può godere di un
panorama sul verde della lussureggiante compagna sottostante, sui vigneti e gli
oliveti della vallata che si apre più avanti e su tutta la Val di Chiana, che da
solo vale tutta la passeggiata che abbiamo intrapreso.
Adesso sarà bene tornare indietro per aggiungere una gradevole variante al
percorso delle chiese; riportiamoci dunque fino alla Cappella della Madonna
dell'Uccellino e questa volta giriamo a destra superando l'ingresso del cimitero
per scendere lungo la strada sterrata sottostante che ci conduce davanti ad un
podere detto il Colombaio. Da qui giriamo di nuovo a destra e seguiamo la strada
che si ristringe ed incomincia a scendere in mezzo a una deviazione per una
proprietà privata a destra e per un frantoio a sinistra; dopo poco la roccia
incomincerà ad affiorare intorno a noi e incontreremo dalla parte destra
l'effige ormai deturpata di una madonnina in una nicchia scavata proprio dentro
di essa; andando ancora avanti ci troveremo immersi in qualcosa di veramente
unico: la strada va a passare dentro una tagliatura dei giganteschi massi i
quali svettano sopra di noi sormontati dalla rigogliosa ed intricata vegetazione
formante come una volta che va chiudere la gola che stiamo percorrendo. La
strada continua ancora a scendere, le rocce sono ancora più imponenti e le
piante sempre più fitte nascondono la luce del sole tanto da dare l'impressione
che stiamo calandoci in un girone da inferno dantesco; se ci troviamo in estate
ci accorgeremo di come qui faccia veramente fresco e di come le pareti ed il
terreno interno sia umido facendo si che il muschio e le felci crescano
abbondanti insieme alla flora tipica del sottobosco, al pungitopo, all'edera
ecc.
Ci stiamo trovando lungo l'antichissima via che collegava la Chiusi etrusca con
il primo insediamento abitativo di Sarteano il quale si sviluppava proprio in
questa zona, come testimoniano i reperti archeologici rinvenuti nella necropoli
scoperta vicino al podere Colombaio ed anche la chiesa di Santa Vittoria che
come detto era in origine un tempio etrusco - romano, ben lontano dall'immagine
del borgo intorno alla rocca medioevale che siamo abituati a vedere; di qui sono
passati Etruschi prima, Romani poi (ed evidente è la successione tra la due
civiltà nei resti con iscrizioni bilingue rinvenuti negli scavi del Colombaio e
attualmente conservati nel locale museo) e Barbari dopo ancora. Proseguendo
ancora vedremo che la strada comincia a ridiventare pianeggiante e la roccia ad
aprirsi portandoci in mezzo alla campagna che abbiamo poco prima ammirato dalla
croce della chiesa delle Piagge; intorno a noi diversi poderi tutti
ristrutturati e trasformati in piacevoli località di villeggiatura.
Andando avanti fino al terminare della Via Cupa sarebbe possibile ritornare alla
zona delle Piagge seguendo altri sentieri, ma datane la difficoltà di
ricognizione nonché la forte pendenza, è consigliato per chi non è assolutamente
pratico del luogo di tornare indietro ripercorrendo la via etrusca e tornare in
paese lungo li tragitto fatto in andata.