Percorso Necropoli di Mulin Canale, faggeta delle Crocette e Castiglioncello del Trinoro
Allontanarsi un po' di più dall'abitato e incominciare a tuffarci nei boschi,
nelle località montane e nelle strade che da Sarteano conducono verso le sue
frazioni e i paesi limitrofi significa godere pienamente di quanto le nostre
zone possano offrire in termini di natura, qualità dell'aria e dell'ambiente,
ricchezza di patrimonio boschivo ed archeologico, insomma di tutta quella seria
di qualità che il visitatore cerca quando viene a trascorrere una vacanza da
queste parti.
Eccoci dunque a proporre un bellissimo itinerario che attraverso le magnifiche
foreste che si sviluppano sui monti subito al di sopra del paese, ci condurrà
fino alla sua frazione principale: Castiglioncello del Trinoro. Tale percorso è
da fare in auto in quanto si sviluppa su 6/8 Km, a seconda di quanta parte ne si
voglia seguire; partiremo di nuovo da Piazza Bargagli e ci dirigeremo lungo Via
di Fuori, supereremo il bivio per la piscina e a quello successivo (dove a
destra c'è una bella edicola votiva della Madonna all'ombra di grandissimi
ippocastani) svolteremo a sinistra in Via Santa Lucia. Lungo la via, sulla
sinistra, incontreremo l'indicazione della Sorgente delle Canalette e potremo
così cogliere l'occasione per fermarci e provare gli effetti benefici dell'acqua
che sgorga dal muretto in pietra dove troveremo anche dei posti per sedere.
Queste acque, sebbene mai sfruttate per un termalismo su vasta scala, sono ormai
nella cultura e nella tradizione del paese e apprezzate sia da residenti che
visitatori per gli effetti benefici in particolare antinfiammatori che si
rilevano immediatamente soprattutto in presenza di infiammazioni oculari (chi ha
avuti gli occhi dolenti per eccessivo uso di lampade o saldature ne sa
qualcosa!). Possiamo adesso riprendere la via continuando lungo Santa Lucia;
quando finisce la parte dritta incontreremo in ripida salita la strada sterrata
che anticamente conduceva a Castiglioncello e che dopo un po' si ricongiunge con
quella nuova. Noi continueremo invece per quella asfaltata e adesso ci troveremo
già in un punto panoramico, la località Poggio alla Forche dalla cui parte
destra avremo una ampia veduta del paese, sia nella parte vecchia che in quella
nuova sotto di noi. Continuiamo a salire lungo i tornanti che si snodano in
mezzo a boschi e cipressi e a poco a poco potremo notare come la colorazione del
terremo tende a schiarirsi assumendo un tipico color sabbia: si tratta infatti
di sedimento marino risalente all'epoca Pliocenica e come tale molto friabile e
ricco di fossili di conchiglie; ad un certo punto sulla destra, subito dopo un
bivio con una strada a sterro, troveremo una sorgente di acqua e dall'altra
parte, sotto la strada, un podere magnificamente ristrutturato che fu un tempo
un mulino e che infatti si chiama Mulin Canale. Siamo in località "Il Fitto",
sopra di noi incomincia al località della "Solaia", apprezzata dagli amanti dei
boschi, dei funghi e non solo! La natura del terreno che come abbiamo detto lo
rende friabile, infatti, invitò gli antichi abitanti Etruschi a scavarvi le loro
tombe fin a formare delle ampissime necropoli nelle quali sono state
recentemente rinvenute tombe di tutte le conformazioni e notevoli quantità di
reperti di grande valore adesso conservati nel Museo Archeologico di Sarteano;
ma se molto materiale è stato recuperato dal locale Gruppo Archeologico ed altri
esperti del settore, la Solaia ha da sempre rappresentato l'Eldorado dei
tombaroli abusivi e chissà quanto di esso ha preso la via di collezioni private
in Italia e all'estero.
Procedendo in avanti, infatti, incontreremo dopo una ampia curva a destra
intorno ad una pineta, una indicazione per la tomba etrusca di Mulin Canale;
proseguiamo ancora e dopo poco ci troveremo al bivio dove finisce la strada
asfaltata nella località di "Macchiapiana", a circa 5 Km dal Sarteano; se
giriamo a sinistra arriveremo in quella zona di incredibile bellezza oramai
conosciuta in tutto il mondo che è la Val d'Orcia, della quale accenneremo a
parte. Proseguiamo invece diritti e dopo poco, sulla sinistra, cominceremo a
scorgere tra gli alberi l'abitato di Castiglioncello del Trinoro, adagiato su un
colle formatosi pare da un affioramento vulcanico, il quale già da questo punto
crea una bella composizione con il Monte Amiata che sulla sfondo domina la Val
d'Orcia e già ci invita a fermarci per fare una foto; guardando invece verso
sinistra sorgeremo la caratteristica torre che domina il paese di Radicofani,
l'antico dominio di Ghino di Tacco, sempre ben visibile nel panorama valdorciano.
In fondo al rettilineo un cartello posto sopra una strada che incroceremo alla
nostra destra ci avvisa che quella è la direzione per la Faggeta delle Crocette;
avviamoci dunque in questa direzione per andare a vedere dove la natura offre il
meglio di se. Dalla parte destra in alto scorgeremo una lussureggiante pineta
che possiamo raggiungere dalla strada che vediamo salire nella sua direzione e
nella quale potremmo trovare molti sentieri da percorrere per respirare un po'
di aria purissima, mentre proseguendo diritto nella vallata lungo la strada ben
percorribile che ci porta in mezzo al bosco, ci verremo a trovare presso l'area
attrezzata delle "Crocette", uno dei tanti luoghi di sosta gestiti dalla locale
Comunità Montana del Cetona della quale avremo modo di parlare ampiamente
durante l'itinerario seguente; questo in particolare è forse il più amato dalla
popolazione, tanto che durante la bella stagione oltre che ai soliti pic-nic
domenicali, vi si tengono banchetti per feste di compleanno, di contrada, di
società sportive ecc. Da qui un sentiero conduce al Poggio di Pietra Porciana a
847 metri di altitudine, che fu un tempo sede di una fortificazione avente
funzione di avamposto della Repubblica di Siena e oggi ricoperto da una
monumentale faggeta la quale ospita piante secolari di varie specie, tanto da
essere censito come area di interesse per biotipo particolare dalla Società
Botanica Italiana; se passeggiamo all'interno di essa , sul lato di una scarpata
tra le radici degli alberi potremmo riuscire ad imbatterci in una grotta la cui
apertura si affaccia sull'ampio panorama sottostante denominata Tomba o Cella
del Bruco, dal nome del Crociato che si ritirò qui in meditazione.
Se adesso vogliamo riprendere il percorso verso Castiglioncello, potremo tornare
indietro fino all'incrocio dove abbiamo prima svoltato e proseguire lungo la
strada principale la quale tra un po' comincerà a scendere in maniera piuttosto
ripida per poi risalire altrettanto ripidamente; nel punto dove finisce la
discesa e comincia la salita, sulla destra, è posta una graziosa cappellina
della Madonna in mezzo a due cipressi mentre poco più avanti a sinistra si
diparte la stradina che porta al piccolo cimitero; in cima alla salita ci
troveremo di fronte all'ingresso del paesino dove è presente un vecchio
abbeveratoio. Non ci dobbiamo preoccupare della strada stretta in quanto essa
percorre l'abitato per poi aggirarlo e riportarci fuori senza dovere effettuare
inversioni di marcia; entriamo dunque nella via centrale detta appunto Via di
Mezzo lungo la quale incontreremo a sinistra la chiesa di S. Andrea Apostolo.
Parcheggiamo nell'ampio spiazzo davanti ad essa per proseguire il nostro giro a
piedi e ammirare questo paesino che ci riserverà piacevoli sorprese. Situato a
800 metri di altitudine, Castiglioncello è stato feudo dei Conti Manenti e per
un certo periodo anche comune autonomo prima di diventare frazione di Sarteano;
possedeva un tempo cinque chiese ed un castello ormai quasi del tutto scomparsi,
a parte quella davanti alla quale ci troviamo, che come possiamo vedere è ben
conservata e ristrutturata. Negli anni 50 e 60 ha conosciuto un progressivo
abbandono come sempre capita alla frazioni lontane dagli abitati principali e
difficili da raggiungere, in periodi quando l'automobile era un privilegio; solo
pochi affezionati erano rimasti ad abitarvi, esponendosi anche un po' a critiche
di chi non riusciva a concepire simili scelte. In tempi recentissimi, invece,
l'ondata di interesse che ha travolto la Toscana ed in particolare la Val d'Orcia,
il riscoprire ed innamorarsi della nostra cultura contadina e soprattutto la
ricerca di oasi di quiete e di pace assoluta dalle quali godere i nostri
incantevoli panorami, ha riportato Castiglioncello ad essere ambitissima meta
turistica, dato che esso soddisfa ampiamente tali richieste; oggi esso è tornato
ad essere ambito luogo di residenza da parte dei sarteanesi che in esso hanno
avuto anche lontane origini, di gente che fugge dalle città italiane e
straniere, di artisti che cercano un luogo ideale per ispirare la loro
creatività. L'essersi sottratto alle ristrutturazioni orribili e selvagge degli
anni settanta ha inoltre costituito un'altra sua grande fortuna: le sue
abitazioni hanno riacquistato notevole valore e fortunatamente i restauri che vi
vengono effettuati seguono i criteri logici della bellezza e del rispetto della
tradizione rurale toscana da cui derivano; qui praticamente tutto è tornato ad
essere riscoperto e valorizzato e alcune case celano degli interni che sono dei
veri e propri gioielli.
Proseguiamo dunque la nostra passeggiata; dal muro a lato della facciata, sotto
il grosso albero, possiamo ammirare il panorama verso i monti e la propaggine
della Val d'Orcia, mentre incamminandoci lungo la via centrale passeremo in
mezzo ad un ristorante a destra ed un bar a sinistra, e potremo notare come
anch'essi siano stati elegantemente riportati ad inserirsi nell'ambiente con un
mirato restauro; davanti a noi la via comincerà a scendere e a girare verso
destra e appena superata al curva comprenderemo ulteriormente perché tanta gente
si è innamorata di questo paese: sotto di noi si apre immensa e proprio dalla
parte del tramonto, praticamente tutta la Val d'Orcia, con i sui delicati e
unici colori, le stradine contornate di cipressi, il Monte Amiata sullo sfondo e
la torre di Radicofani a sinistra, immagini che hanno girato il mondo e
diventate oramai il simbolo della Toscana stessa e che osservate da questo punto
dove si concentrano tutte insieme formano una visuale che soprattutto nelle
giornate limpide toglie veramente il respiro. Osserviamo dunque questo panorama
davanti al quale culmina il nostro itinerario continuando a passeggiare in
avanti lungo la via; dalla parte destra potremo vedere la Porta del Sole, uno
degli antichi accessi all'abitato, e sul suo lato destro i resti di quello che
era un bastione della fortificazione. Da questo punto la strada incomincia a
scendere e se vorremo uscire dal paese con la macchina non dovremo fare altro
che percorrerla fin ad incrociarne in fondo un'altra che porta in Val d'Orcia,
girare a destra e ritornare sotto l'ingresso dell'abitato dalla parte dove siamo
arrivati.