Sarteano dalla "A" alla "Z"
A cura di Carlo Bologni
Dizionarietto dialettale e piccola enciclopedia sarteanese

42° puntata

(inizio della lettera “s”)

saccaròne===cialtrone, sporco
salàcca (dare una-)===dare una botta
salatìni (far-)==='marinare' la scuola, cioè far vacanza anche quando non c'è
saldo ('un dà tanto nel-)===non c'è tanto con la testa
saltarello===cavalletta
salvietta===piccolo asciugamano da camera
salvognùno===a meno che ci sia un errore
San Bartolomeo===la chiesa dedicata a questo Santo è quella del Convento dei Cappuccini, fondato nel 1585 (secondo in Toscana dopo quello di Montepulciano). Dopo la chiusura del Convento, dove nel 1758 erano cinque frati, divenne Parrocchia, fin quasi ai nostri giorni. Il cinquecentesco grande crocifisso ligneo era molto venerato e portato in processione in momenti 3eccezionali. L’ultima volta fu portato in processione per ringraziamento per la fine della guerra nell 1946, fino a Sarteano. Ora è stato posto dietro all’altare maggiore della Chiesa di San Francesco di Sarteano. (vedi Chiesa di San Bartolomeo)
San Cesàrio===antica pieve, di cui si hanno notizie fin dal VI sec., posta 'in silva plana' fra Spineta e Castiglioncello del Trinoro, identificata - ma non con certezza- in località Macchiapiana, presso l'incrocio fra la strada di Castiglioncello e quella verso Casa Nanni e la Val d'Orcia
San Giuseppino===edicola sacra dedicata a San Giuseppe, ma così chiamata abitualmente dai Sarteanesi, al termine del rettilineo della Via di Cetona,all’inizio della strada che porta al Parco Archeologico.. L'edicola ha dato il nome a tutta la zona, divenuta ora zona artigianale. A conferma della devozione per questo Santo, ricordiamo che nella biografia del sacerdote Taddei, che fu nella seconda metà dell'800 parroco di Monticchiello e nel 1893 arciprete a Sarteano, è scritto che quando fu di leva 'si raccomandò a San Giuseppino', al quale molti Sarteanesi erano allora devoti. L’edicola è sempre stata tenuta con molta cura da volontari.
San Martin Vecchio===era una chiesa nella zona della 'Pieve vecchia' (vedi ib.) e ora il nome è rimasto a un vecchio edificio, già casa colonica di proprietà Sini), ma non c'è traccia di sacro. E' citato nella Visita pastorale del Vescovo di Chiusi Giustino Bagnesi (1758-1774) nell'Archivio Vescovile di Chiusi o nell'Archivio di Stato di Siena (Fondo Bandini).
San Martino in Foro===era la chiesa romanica di san Martino della piazza principale di Sarteano. Fu demolita - come l'attigua torre campanaria - nel 1841-1845 e la sede parrocchiale fu trasferita nella chiesa di Santa Maria in Vallepiatta(vedi Chiesa di San Martino e Santa Vittoria in Vallepiatta)
San Michele Arcangelo===cinquecentesca Chiesa costruita da Vittoria Piccolomini lungo l'antica strada che porta a Palazzo di Piero e poi a un guado sull'Astrone, con resti di affreschi coevi, adibita a magazzino.
San Michele Arcangelo era una Chiesa situata nell’attuale Via Sant’Angelo, della quale sembra che resti un affresco )oggi in un abitazione privata del paese)
San Paolo della Croce===predicò a Sarteano le 'missioni al popolo e gli esercizi alle monache' nel Maggio-Giugno 1736
sanfasò (cosa fatta alla-)===cosa fatta poco bene, in fretta
San Rocco===è stato venerato a Sarteano fin dagli inizi del suo pellegrinaggio verso Roma da Montpellier. Sembra che sia passato da Acquapendente, e è possibile che sia passato anche da qui. I suoi seguaci costruirono una Chiesa, di cui è ora visibile solo il portale nel vecchio Vicolo San Rocco incorporato in un cortile del Palazzo Galgani. In suo onore i festaioli portarono avanti per secoli la Giostra del Saracino che facevano precedere da una processione, il 16 Agosto, con la statua del Santo. ne fu costruita una nuova nel 1794, che è tuttora conservata in una nicchia a lato dell’ingresso principale nell’interno della Chiesa di San Lorenzo ma non può essere portata all’esterno per non esporla a rischi di deterioramento. Nel 1990 il ‘Torneo dei Rioni’ di Oria donò un mezzo busto del Santo, che per qualche anno è stato portato il 15 Agosto nel Corteo Storico. Nel 2005 è stata acquistata una nuova statua, presentata al popolo il 29 Luglio 2005 al termine del Corteo di San Rocco e dell’offerta dei ceri, venerata con una cerimonia che precede il giorno della Giostra e nel corteo storico della stessa Giostra.
Santa Lucia===Chiesa costruita nel 1600 per ringraziare la Santa quando la omonima sorgente - da sempre ritenuta miracolosa per le infiammazioni degli occhi - ricominciò a 'tirare' acqua, dopo circa cento anni si interruzione. Oggi è ridotta ad uso di civili abitazioni: sembra che sia stata sconsacrata per un fatto di sangue. Il nome della Santa è dato a tutta la zona. Il 13 Dicembre sono ancora numerosi i Sarteanesi che, nella Chiesa di San Martino, rendono omaggio a Santa Lucia.
Santa Vittoria===comunemente conosciuta come 'cimitero vecchio'. E' una Chiesa Romanica lungo l'antica Via Cassia Aurelia proveniente da Chiusi. Scoperchiata nei primi del 1800 quando, per le leggi napoleoniche, fu trasformata in cimitero (poi abbandonato alla fine dello stesso XIX secolo). Era tutta affrescata: gli affreschi, rimasti per circa 60 anni alle intemperie dopo improvvidi lavori della Soprintendenza – durante i quali furono demolite le sovrastrutture cimiteriali ma non si tenne conto delle colonne delle navate- hanno subito gravi danni; i loro resti sono ora su 11 pannelli collocati nella Chiesa di San Francesco. A San Francesco sono stati portati anche vari pezzi musivi che facevano parte dell’ambone medievale (sono unici in provincia di Siena). Dell'edificio restano il bellissimo triplice abside, l'interessante portale arcaico, i capitelli delle colonne ai lati della cappella centrale e le mura perimetrali.
Sant'Alberto===moderna Chiesa, officiata, costruita nel luogo dove prima era il podere Brunozza e anticamente una villa romana (nel corso dei lavori vennero infatti alla luce resti di un mosaico romano). Il nome, dovuto al nome del figlio - prematuramente scomparso - del donatore, ora è dato a tutta la zona circostante (vedi ‘chiesa -): E’ opera di un celebre Architetto (vedi Chiesa di Sant’Alberto)
Sant'Andrea===Chiesa romanica di Castiglioncello del Trinoro, l'unica rimasta delle cinque di questo antico borgo che fu libero Comune fino alla fine del 1700, a circa 5 Km dal capoluogo Sarteano di cui è frazione. Ha una cappella dedicata all'eremita Bonaventura dé Venere, con stucchi e decorazioni di Leonardo De Vegni, architetto chiancianese del 1700. Era tutta affrescata e due pannelli con resti degli affreschi - raffiguranti due belle Madonne di scuola umbra quattrocentesca - sono ora conservati nella Chiesa del Suffragio. Bella è una grande tela dei primi del 1600 raffigurante la famiglia castiglioncellese Boccaccini in adorazione del Crocifisso, attribuita prima all'Allori ma ora a Matteo Rosselli (vedi chiesa di-)