Percorso lungo la Val d'Orcia
Ci siamo ultimamente abituati a vedere in televisione e sui giornali delle ricorrenti immagini di campi di grano dall'andamento dolcemente collinare del tutto simile a delle dune, decorati di cipressi a volte raccolti vicini come un grande ciuffo, a volte sparpagliati a punteggiare il paesaggio, ma più spesso distribuiti regolarmente lungo stradine serpeggianti tra degli affioramenti di terra dal tipico colore grigio chiaro; esse sono inserite un po' dappertutto: come sfondo alle pubblicità, in films e fictions televisive, sui depliants, sulle copertine dei cataloghi e soprattutto nella moltitudine di siti Internet che propongono vacanze in Toscana, tanto da esserne oramai diventate il simbolo ed motivo principale per il quale un turista vuole venirci. Chi abita lontano, magari all'estro (in particolare nei paesi nord - europei, che sono quelli più raggiunti da detta propaganda) potrà pensare chissà in quale parte di quella grande regione si potrà vedere da vicino questi affascinanti particolari, magari sono difficili da raggiungere o addirittura frutto di sapienti montaggi da parte dei pubblicitari; e pensare che invece tutto questo si trova proprio qui vicino, praticamente sotto Sarteano: si tratta della Val d'Orcia, nome oramai diventato famoso nel mondo come i suoi scorci.
La Val d'Orcia non è altro che la porzione di territorio che si distende lungo
il tortuoso corso del fiume omonimo, lambita dalla Cassia e delimitata dai
comuni di Radicofani, Chianciano, Montepulciano, San Quirico, Castiglion d'Orcia
e Montalcino, con lo sfondo del Monte Amiata e del Monte Cetona. Si tratta di un
lembo di terra indubbiamente unico per caratteristiche morfologiche e
ambientali, le quali concorrono a creare un paesaggio di rara dolcezza e poesia,
che avvolge chi percorre le sue tranquille strade con le sfumature tenui della
creta e con i colori intensi del grano, della colsa, dei papaveri e di altre
infinite varietà naturali punteggiate di maestosi cipressi, interrotte qua e là
dai caratteristici calanchi che il lento lavoro dell'acqua sulla creta ha creato
nei secoli. Difficilmente altrove il lavoro dell'uomo ha interagito con
l'ambiente come in questa vallata, contribuendo a crearne l'unicità dell'aspetto
e la forza delle tradizioni sempre vive nei suoi borghi, nelle botteghe, nelle
campagne e nella volontà di conservare tutto questo nel tempo, perchè sia ancora
patrimonio comune di abitanti e visitatori, in particolare per chi ha la
sensibilità di capire e apprezzare quello che la Val d'Orcia offre in termini di
valori della natura ,del lavoro antico e contadino, della pace e della serenità,
di prodotti tipici di eccezionale qualità e genuinità.
Questa volontà di conservare ha portato alla recente costituzione da parte dei
comuni della valle del "Parco naturale e culturale della Val d'Orcia", il cui
nome già evidenzia come qui la natura e le tradizioni altrove perse siano
indubbiamente "cultura", e come tali devono essere preservate e diffuse; altre
lodevoli iniziative sono la creazione del marchio che identifica i prodotti
tipici locali (formaggio pecorino, vino, olio) , i quali meritano indubbiamente
di essere selezionati, e l'iniziativa "Treno Natura", un percorso ferroviario
tra Siena ed Asciano per osservare questi posti da una prospettiva diversa,
effettuabile in certi periodi addirittura con treni a vapore e carrozze d'epoca.
Anche l'arte non si è sottratta al richiamo della Val d'Orcia, tanto da
ritrovarne le immagini nelle opere di vari pittori, locali e non, noti e meno
noti, nelle liriche di Mario Luzi e di innumerevoli produzioni cinematografiche
(chi non ricorda il paziente Inglese, girato in gran parte nel monastero di S.
Anna in Camprena, vicino Pienza, nella piazza Pio XXII sempre a Pienza, e a
Montepulciano),oltre che le già dette fictions televisive ed in innumerevoli
pubblicità che ogni tanto ci passano sotto gli occhi.
Quindi una visita a questa antica valle, essenza della Toscana e della
tradizione contadina, manterrà la promessa di un paesaggio unico e rilassante,
inoltre di borghi medievali ricamati dalle botteghe di prodotti tipici, di
agriturismi e centri termali. Essa può essere raggiunta da varie direzioni,
verso Chianciano passando per la località La Foce, verso Radicofani prendendo
poi il bivio per San Piero in Campo, ma più semplicemente ci si può recare
direttamente da Sarteano: abbiamo già accennato nell'itinerario per
Castiglioncello del Trinoro che dal bivio detto di "Macchiapiana", girando a
sinistra si può andare in Val d'Orcia; proviamo allora a fare questo percorso e
vedremo che da quel punto, dopo circa quattro Km di strada sterrata incroceremo
una strada asfaltata e imboccandola dalla parte destra incominceremo a
incontrare tutti quei dettagli diventati oramai famosi: vedremo la tipica torre
davanti alla quale finisce il film di Curzio Malaparte "Il Cristo proibito"
(girato proprio a Sarteano) detta Torre Tarugi, salendo verso La Foce troveremo
sulla sinistra la notissima stradina a zig - zag puntellata di cipressi che
appare davvero dappertutto, dirigendoci lungo la Cassia verso Torrenieri
troveremo il famoso "ciuffo" di cipressi da una parte e stupende dune
dall'altra, e innumerevoli altre cose ovunque ci sposteremo.
È a questo punto evidente che venire a Sarteano, oltre a quello che il paese
potrà offrire, vuol dire anche potere andare a toccare con mano la Toscana più
famosa nel mondo.