Percorso Abbazia di Spineta, Fonte Vetriana, vetta Monte Cetona

Risiedere un certo periodo a Sarteano per trascorrervi una vacanza e osservare tutti i giorni il Monte Cetona, o Monte Piesi come anticamente veniva chiamato e come adesso si chiama il giornale locale riprendendone il nome, con la sua tipica croce sulla vetta, immaginare il panorama che da lassù si potrebbe ammirare e la bellezza dei boschi che attraverseremmo per salirci, non può non fare venire voglia di andarci veramente; in effetti questo è possibile dal momento che esiste una strada che porta quasi fino alla croce, percorrendo un itinerario che, come è tipico di queste zone, tocca tanti altri punti di interesse. Eccoci dunque a proporvelo questo itinerario, piuttosto lungo se percorso per intero dato che va a svilupparsi su circa 14 Km, da effettuare naturalmente in auto e, anche se non necessita propriamente un fuoristrada, deve essere un'auto abituata alle strade ripide e sterrate e soprattutto che non sia stata appena ritirata dal lavaggio!


Partendo da Piazza Bargagli prenderemo ancora la direzione Radicofani, passeremo questa volta oltre il bivio per Belverde - San Casciano dei Bagni e proseguiremo lungo la via principale e alla nostra destra potremo già osservare una veduta che abbraccia il nucleo di Sarteano nella sua completezza, con un primo piano di campi coltivati che rendono sempre l'immagine veramente pittorica, sia che vi siano girasoli fiorito o grano maturo; dopo alcune curve in salita, incontreremo sulla sinistra l'impianto di una grossa cava e andando avanti lungo la strada che ridiventa pianeggiante, si scoprirà dalla parte destra una vallata dalla particolare conformazione geologica: subito a fianco della carreggiata, infatti, il terreno scende ripidamente verso il fondo della valle la quale è invece completamente in piano a tratti anche coltivato, e sul versante opposto potremo notare come la parete torna a salire quasi in verticale coperta di una vegetazione che a tratti lascia scoprire la roccia sottostante. Si tratta di una antichissima dolina carsica, cioè quello che una volta era una grotta di enormi dimensioni, fenomeno tipico appunto dei terreni carsici, la cui volta è poi crollata sul fondo scoprendo le scoscese pareti, conosciuta con il nome di "Catino di Vaglie". Proseguiamo ancora e sempre a destra, dopo 6 Km dal paese, cominceremo a vedere una bella zona con campi coltivati, un laghetto in mezzo, dei poderi ristrutturati intorno e diversi recinti di cavalli: si tratta della Tenuta di Spineta, un complesso agrituristico dei più eleganti e completi che si possono trovare in zona; esso si è infatti sviluppato su una zona ampissima comprendente diverse strutture ricettive ricavate dei vari antichi poderi del suo comprensorio dislocati tra bosco e campagna con al centro il bellissimo laghetto e degli allevamenti di cavalli purosangue. Recentemente è stato implementato con la realizzazione di un complesso destinato ai congressi nel quale si tengono meetings, conferenze e seminari di studio di alto livello (è tipico quello che la pro loco vi organizza in settembre per la valorizzazione dell'olio di oliva); il suo gioiello di maggior valore è però l'abbazia che vale la pena di andare a visitare.


Troveremo infatti a destra un viale contornato da cipressi che scende verso la tenuta, e il cartello all'inizio ci indica l'Abbazia di Spinta, o SS. Trinità; scendiamo dunque lungo il viale, con i bellissimi cavalli che ci osservano da destra, e arriviamo fin davanti all'ingresso dell'edificio. Incamminandoci davanti ad esso potremo scorgere tutta la vallata comprendente la tenuta, e ci sembrerà veramente di essere fuori dal mondo per la bellezza ed amenità dell'insieme. Il complesso dell'Abbazia, già nelle dimensioni, denota come esso sia stato un monastero con annessa la chiesa, appartenuto a vari ordini di frati e secolarizzato nel 1657; attualmente è sicuramente il posto più ambito dalla coppie di sarteanesi e non per celebrare il matrimonio, dato l'incantevole circondario che permette di realizzare anche delle fotografie uniche.
Possiamo adesso ritornare indietro lungo il viale ed immetterci di nuovo sulla strada di Radicofani per continuare il nostro tragitto in mezzo ai boschi che su essa si affacciano, incontrando dopo 1 Km dal bivio di Spineta quello per Fonte Vetriana e vetta del Monte cetona, come ben evidenziato dalle indicazioni a sinistra; prendiamo dunque la strada sterrata che da qui si diparte ed incomincia a salire scoprendo sempre più un ampio e suggestivo panorama dalla parte della Val d'Orcia avendo ben visibili il profilo del paese di Radicofani e del Monte Amiata, in un paesaggio che va a diventare tipicamente montano. Dopo circa due Km e mezzo arriveremo alla frazione di Fonte Vetriana, con il suo tipico abbeveratoio all'ingresso e la piazzetta sulla quale si affacciano le poche case che la compongono; questo piccolo borgo, a 756 metri di altitudine, insignificante per i più, vanta invece origini remote dato che è stato addirittura insediamento preistorico. Il nucleo attuale si è sviluppato intorno ad una attività rurale tipicamente montana, con una pastorizia dedita in larga parte al pascolo ed un ritmo di vita chiuso ed arcaico come se fosse rimasto fermo nel tempo; fino a non molti anni fa sembrava ineluttabilmente destinato a morire di morte naturale in seguito all'esaurimento delle generazioni più anziane e all'abbandono di quelle giovani. Incredibilmente, invece, anche Fonte Vetriana è riuscita recentissimamente a vedere il ritorno degli appassionati della cultura e soprattutto del paesaggio toscani: attualmente vi sono andati a risiedere stranieri i quali, come a Castglioncello; sono rimasti rapiti dalla bellezza del panorama e della serenità dell'ambiente, e sarteanesi che si sono accorti di quanto troppo frettolosamente hanno in tempi passati abbandonato la campagna in cambio di una vita in paese rivelatasi poi poco a misura d'uomo; anche le ristrutturazioni, dove effettuate, sono all'insegna del rispetto della tradizione come è ormai entrato nella coscienza comune, diversamente dalle devastazioni praticate negli anni settanta dalle quali, per fortuna, anche questa località è rimasta immune.


Se adesso vogliamo, possiamo avviarci lungo la strada che prosegue oltre l'abitato e che ci conduce alla vetta del monte; per arrivarci dovremo percorrere circa 4 Km a volte in forte salita e con diversi tornanti. Il fondo può a volte lasciare a desiderare a causa della dilavazione data dalle piogge che trasportano pietrisco scivoloso e formano buche, ma man mano che saliremo ci renderemo conto di quanto ne valga la pena dato che incontreremo una natura pura ed intensa contornata da panorami straordinari, sicuramente quanto di meglio si può apprezzare nei dintorni di Sarteano. La strada ci porterà fino allo spiazzo sulla sommità del monte adiacente, quello dove sono situati i ripetitori; in questo punto sarà bene lasciare l'auto per goderci appieno la bellezza dell'ambiente e anche per riuscire a raggiungere la croce, dato che ci dobbiamo andare con la mulattiera che scorgeremo nella sua direzione, inadatta al transito dei normali veicoli. Una volta giunti sulla vetta a 1148 metri di altitudine, la solennità della grande croce che finalmente potremo toccare con mano, la sua storia scritta nella lapide sottostante ed una visuale che spazia (soprattutto nelle giornate limpide) dai monti del Lazio fino alla Maremma ed al mare, entrerà sicuramente nell'animo del visitatore restandovi per tanto tempo come ricordo di una Toscana sincera e generosa.