Percorso lungo il centro storico
L'itinerario che vogliamo proporvi è una gradevole passeggiata dentro l'antico
centro del paese per arrivare a vedere nel particolare tutti i gioielli storici
ed architettonici di cui esso è puntellato, culminando in una visita fin sotto
ai bastioni del castello per potere ammirare sia l'impareggiabile panorama che
la solennità delle antiche fortificazioni. Il percorso è da fare a piedi e,
sebbene le frequenti salite e discese lo rendano un po' faticoso, non sarà
certamente deludente perché esso percorre il vero cuore di Sarteano, oggi più
che mai appagante per il visitatore dati i tanti restauri ed il grande ritorno
di attività caratteristiche nel centro storico le quali lo stanno riportando a
nuova vita.
Eccoci dunque al punto di partenza che, come in tutti i paesi di piccola
estensione non può essere che la piazza, dato che essa continua ad essere il
centro ideale della vita cittadina in particolare adesso che la nuova
pavimentazione più consona all'ambiente circostante ed una limitazione mirata
del traffico la stanno rendendo notevolmente più godibile sia per i cittadini
che per i turisti. Soffermiamoci dunque nella piazza Domenico Bargagli (ex
Piazza d'Armi), quella per intenderci dove scorre il traffico, per potere
osservare davanti a noi gli antichi bastioni dal quale andamento si evince che
in origine rappresentavano una unica muraglia di fortificazione successivamente
aperta per consentire la realizzazione della salita che porta a piazza XXIV
giugno, quando si cominciò a sentire la necessità di avere una più ampia via di
transito verso il centro (circa a metà dell'ottocento); sulla sinistra avremo la
massiccia sagoma della porta di mezzo, uno degli antichi accessi al paese,
sormontata dallo stemma bianco - nero di Siena e dallo stemma granducale, in
ricordo dei precedenti dominatori, e sulla destra il proseguimento della
muraglia che con il suo andamento tipico lineare interrotto da tratti
semicircolari ci ricorda la sua antica funzione difensiva.
Alle nostre spalle avremo la facciata della chiesa di San Francesco (S.
Francesco fuori le mura, appunto), una costruzione in stile gotico - francescano
del XIV secolo sulla cui facciata fa spicco il rosone con insegne papali e lo
stemma della famiglia Piccolomini , dato che essa fu voluta nel periodo
rinascimentale da Francesco Tedeschini Piccolomini diventato poi Papa Pio III,
nipote del più famoso Pio II; nel suo interno, sopra l'altare maggiore, possiamo
ammirare un trittico del Pellicciaio. L'andamento della costruzione che annessa
alla chiesa prosegue fino davanti ai giardini pubblici fa facilmente intuire
come esso fosse una volta la frateria, successivamente diventata Villa Bargagli
e dopo ancora frazionata in varie proprietà . A questo punto possiamo cominciare
a salire verso la piazza XXIV giugno(ex Piazza Vittorio Emanuele e
successivamente così nominata per commemorare il giorno dell'arrivo degli
Alleati a Sarteano dopo la ritirata dei Tedeschi, appunto alle 8 di mattina del
24 giugno 1944), passando davanti al monumento eretto in onore ai caduti della
Grande Guerra, realizzato in bronzo dal noto scultore Zocchi e raffigurante un
fante nel tipico assetto invernale e del quale il 23 settembre del 2003
ricorrerà il 80° anniversario; nello stesso punto si trovava precedentemente una
fontana in marmo che per l'occasione fu posizionata per un certo periodo nella
sottostante Piazza Bargagli, quando ancora si chiamava Piazza d'Armi, e poi
definitivamente spostata nei giardini pubblici di Parco Mazzini dove la possiamo
vedere tuttora. Adesso che siamo sulla sommità della piazza potremo apprezzare
pienamente l'aria un po' medioevale che la conferiscono la nuova pavimentazione
in pietra serena e l'assenza di traffico, tanto da fare ulteriormente risaltare
le attività commerciali che vi si affacciano, molte delle quali propongono
prodotti e manufatti tipici del paese e della zona.
A lato del monumento avremo il palazzo comunale, costruzione di nucleo antico e
successivamente ampliata in diverse epoche, con il suo caratteristico loggiato
detto appunto "le logge"; attualmente l'ingresso del municipio è stato spostato
all'inizio di Corso Garibaldi, mentre dal loggiato si accede al bellissimo
teatro settecentesco degli Arrischianti recentemente ristrutturato e riaperto al
pubblico, il quale offre una stagione teatrale di ottimo livello grazie anche
all'intensa attività della locale compagnia "Accademia Degli Arrischianti".
Sulla parete laterale del loggiato sono poste le lapidi commemorative dei
sarteanesi caduti nelle due guerre, e il fatto che essa ne sia del tutto coperta
dimostra il tributo di sangue che il paese ha a suo tempo versato. Dietro al
monumento, invece, un palazzo notevole per la sua eleganza e austerità fa spicco
fra le costruzioni tra cui è stato successivamente inglobato: si tratta di
quello che era il palazzo del Podestà (o Palazzo Bernardini), dove attualmente
si trova la farmacia; caratteristici sulla sua facciata il balcone e la
meridiana solare.
Adesso possiamo girare a destra e continuare la nostra passeggiata salendo verso
la pittoresca Via Roma con le sue tipiche botteghe la quale ci conduce fino al
Palazzo Piccolomini, costruzione separata dal resto dell'abitato da dei
vicoletti che a suo tempo fu residenza di Francesco Tedeschini Piccolomini che
era originario di Sarteano; sull'altro lato della via, incorporato nel
cinquecentesco Palazzo Gabrielli, troveremo il Museo Archeologico di Sarteano,
nel quale potremo ammirare i reperti che variano dall'era del bronzo alla
civiltà Etrusca sino al periodo tardo Romano provenienti dai tanti siti della
zona, in particolare degli interessantissimi canopi, tipiche urne cinerarie
etrusche con sembianze umane. Proseguendo per via Roma, quando questa comincia a
scendere, superiamo la prima Porta Umbra, un altro dei vecchi accessi al paese
facente parte della prima cerchia di mura e quindi più in alto della seconda
porta Umbra che incontreremo tra poco ad un livello più basso. Appena fuori la
porta avremo Palazzo Borselli a sinistra e davanti a noi la chiesa di San
Martino, costruita nel 1841 sui resti di una chiesetta preesistente risalente al
1496; all'interno di essa potremo ammirare delle opere di grande valore
artistico: una Madonna col Bambino del Pellicciaio risalente al 1342 ed una
Annunciazione del Beccafumi. Quest'ultima in particolare è il dipinto di
maggiore importanza che Sarteano possiede dato che il Beccafumi, detto anche "Mecherino",
è stato il principale esponente della pittura rinascimentale senese e quella
custodita in San Martino risulta essere l'unica annunciazione da lui realizzata.
Se adesso continueremo la discesa di costa Vallepiatta, ci troveremo ad uscire
da Porta Umbra quella inferiore, incastonata nel secondo ordine di mura e così
chiamata perché evidentemente si affacciava dalla parte dell'Umbria.
Da questo punto ci conviene tornare indietro per andare a scoprire gli infiniti
punti di interesse che ci offre il nucleo più antico di Sarteano: torniamo fino
alla prima porta Umbra e prendiamo questa volta la via alla nostra destra, Via
Ricasoli conosciuta come "Il Mattonato" per via della sua originaria
pavimentazione in mattoni, e da questa di nuovo verso destra imboccando la
salita di Via del Castello sulla quale si affaccia il massiccio Palazzo Fanelli
- Galgani del XVI secolo. I Fanelli sono l'antica famiglia nobile di Sarteano
proprietari della rocca fino a poco tempo fa, quando essa è tornata ad
appartenere al paese, e sopra al portone del palazzo è ancora presente lo stemma
della loro famiglia; anche se adesso è una proprietà privata suddivisa in varie
unità abitative, il palazzo conserva ancora nel suo interno delle meravigliose
volte affrescate con soggetto la leggenda del Beato Franco, oltre ad una piccola
cappella e altri interessanti particolari storici come una fontana in marmo
dalla quale sgorgava acqua proveniente da una sorgente del suo cortile interno.
Un sapiente restauro voluto dai proprietari ha permesso di conservare questo
gioiello storico che fa comunque parte del retaggio del paese.
Ci converrà soffermarci un attimo alla sommità della salitella perché come
potremo notare ci stiamo trovando in un punto graziosamente pittorico: alla
nostra sinistra due alberi di notevoli dimensioni già da soli riescono ad
abbellire il tutto, sotto di essi scende una caratteristica viuzza detta Via
della Chiesina e proprio di fronte vedremo appunto la chiesina, inglobata nella
cinta del castello, la cui lapide sovrastante il portoncino indica che è
dedicata alla Madonna; a fianco della chiesa troviamo un cancello che dovrà
diventare l'ingresso principale del castello non appena che i lavori di
ristrutturazione saranno finiti: la rocca, infatti, dopo essere stata per secoli
proprietà della famiglia Fanelli, è recentemente tornata ad appartenere al
Comune e al momento che questa guida va in stampa sono in fase finale i restauri
ed i necessari riadattamenti perché possa essere fruibile ai visitatori.
Attualmente le visite al suo interno sono consentite solo occasionalmente e
previa richiesta all'autorità municipale, ma già da alcuni anni il Comitato
Organizzatore della Giostra del Saracino, il locale torneo in costume di cui
tratteremo a parte, ha avuto la bella iniziativa di organizzare nel suo cortile
, che tralaltro contiene un suggestivo bosco di lecci secolari, delle
manifestazioni aperte al pubblico quali la "Cena con il Principe", appunto una
cena perfettamente ricostruita in stile medioevale con relativi costumi e
rituale della tavola, ed il "Gioco della Pugna", una disfida di tiro con l'arco
tra i capitani delle cinque contrade di Sarteano.
Torniamo ora al nostro percorso e osservando alla nostra destra vedremo
l'ingresso al secondo piano del Palazzo Fanelli - Galgani che un cancello per il
passaggio automobili, essendo una proprietà privata, ci nasconde alla visuale;
se riusciamo ad intravedere dentro il cortile, però, si potrà comunque avere la
percezione della bellezza del suo interno, dato che questo ne era il piano
nobile, e della accuratezza dei restauri effettuati dai proprietari. È
abbastanza ben visibile, invece, la cappellina del Beato Franco situata al poco
al di là del cancello e anch'essa perfettamente ristrutturata, nella quale è
situato un pregevole affresco raffigurante l'accecamento di Francesco Lippi da
Grotti, soldataccio appartenente alle guarnigioni della Repubblica Senese di
stanza in Sarteano ai tempi delle lotte con Orvieto; gran frequentatore di
bische e osterie, narra la leggenda che proprio dentro una di queste, dopo avere
perso tutto ai dadi, abbia sprezzantemente gridato di volersi giocare anche la
vista a dispetto del Creatore. Si dice che allora un raggio di intensissima luce
lo abbia colpito accecandolo all'istante e sia stato così costretto a condurre
vita grama e raminga fino a che, recatosi in pellegrinaggio a Santiago di
Compostela, abbia riacquistato la vista ed in seguito dedicato il resto della
sua esistenza all'apostolato e la predicazione cristiana, restando nella memoria
come il Beato Franco. Procediamo dunque oltre questo incantevole angolo di paese
girando a destra e passando sotto il collegamento che dal Palazzo portava dentro
al la cinta della rocca per continuare lungo via del Castello fin dove questa va
a diventare via de' Lecci sempre avendo alla nostra destra il Palazzo Fanelli
dalla cui proprietà superiore potremo scorgere in alto un altro particolare
molto interessante: un'arcata in pietra sovrastata dalla statua di un leone.
Passeggiando per Via de' Lecci scopriremo una zona estremamente pittoresca e
panoramica ,dato che ci troviamo piuttosto in alto in mezzo a viuzze incassate
nel travertino il quale ancora sporge massiccio intorno ai cortiletti ed agli
ingressi delle case, tanto che il vicolo che dalla nostra destra scende ripido
verso il basso si chiama appunto Vicolo del Sassogrosso; quando la stradina
comincia a scendere troveremo a sinistra la sede della antica Società
Filarmonica di Sarteano, e davanti a noi la piazzetta Santa Chiara sulla quale
si affaccia poco più avanti l'ex Convento omonimo. Si tratta di un antico
monastero del XVI secolo il cui corpo si estende fino alla cinta delle mura
affacciandosi sopra di esse sulla campagna circostante; vi è annesso un
bellissimo cortile impreziosito da un antico pozzo incastonato in un chiostro
ricoperto di edera. Per molti sarteanesi Santa Chiara rappresenta un ricordo per
il fatto che dopo essere stato convento di clausura diventò sede delle scuole
elementari. Oggi invece esso è diventato un elegante albergo - ristorante
tradizionale toscano perfettamente ristrutturato, come potremo vedere passandoci
davanti fino a scorgere il suo verdissimo cortile nel quale è presente anche una
scalinata che permette di salire fin sopra le mura castellane per godere appieno
del panorama.
Da questa posizione, visto che le strade circostanti scendono verso il basso
riportandoci alla zona della chiesadi San Martino, torneremo indietro
ripercorrendo Via de' Lecci fino all'incrocio con via del Castello e da qui
possiamo proseguire diritto per Via del Mandorlo, la quale ci porterà a godere
dell'ampio panorama che si apre alla nostra sinistra sopra ai tetti dei borghi
sottostanti fino a spaziare verso il monte Cetona, e della visuale dei bastioni
del castello alla nostra destra proprio sopra di noi, in un insieme dei più
suggestivi che possiamo trovare in paese; passeggiando lungo la via, sulla quale
si affacciano anche due cancelli di ingresso secondari per la rocca, ci
troveremo a scendere nella sua parte finale e la vedremo ristringersi sotto
enormi massi che sporgono dalla parte destra creando un effetto veramente
pittoresco anche per la piante che ne abbelliscono le ampie fessure, sia
spontanee che coltivate dagli abitanti del posto. Indubbiamente ci stiamo
trovando nella parte più affascinante del centro storico e se continuiamo per al
discesina che ci porta ripida verso via del Forte, potremo continuare verso
destra in Via della Pergola per risalire fino ad una piazzetta panoramica,
trovandoci a passare sotto la rocca che alla nostra destra svetta sopra di noi
con tutta la sua imponenza; in questo bellissimo punto finivano fino a poco
tempo fa le passeggiate alla scoperta del nucleo antico del paese, e ci si
soffermava sul muretto in fondo ad ammirare l'immenso panorama della parte nuova
di Sarteano, dei boschi a sinistra e della Val di Chiana a destra con Chianciano
sullo sfondo. Adesso, invece, …sorpresa! Il muretto è stato aperto e da esso
parte una passerella perfettamente intonata nell'ambiente (sembra infatti un
ponte levatoio…) che ci porta a vedere la parte più bella del circondario della
rocca, passando proprio sotto le sue mura dove la vegetazione è cresciuta
rigogliosa e camminando lungo il sentiero ci troveremo in un percorso vita
immerso nel verde proprio sotto i bastioni ed il bosco di lecci che spuntano
dietro di essi; se non siamo abbastanza stanchi della passeggiata potremo allora
approfittare dell'impianto per fare un po' di esercizi, oppure riposarci sulle
panchine ammirando un panorama ameno e rilassante, davvero atmosfera di altri
tempi.
Se adesso vogliamo scendere in basso, la strada che esce dalla zona del percorso
vita ci porterà nella sottostante Via della Rocca (sterrata), percorrendo la
quale verso sinistra continueremo a trovarci con le pendici del castello a
sinistra e il panorama verso Chianciano a destra; sempre sulla nostra sinistra
vedremo degli orti privati ricavati intorno a degli enormi massi che fuoriescono
dal terreno sul quale poggia la costruzione medioevale, uno dei quali è stato
decorato dal proprietario con oggetti di vario genere murati sulla sua sommità:
una fotografia da questo punto raffigurante questa simpatica composizione con la
torre principale sullo sfondo costituirà un impareggiabile souvenir. Da qui in
poi la strada incomincia a scendere in maniera molto ripida, tento che ai lati è
stato inserito un passamano, e quando giungeremo in fondo alla discesa (di nuovo
asfaltata) ci troveremo a sinistra la terza antica porta di accesso al paese:
porta Monalda, che deve il suo nome allo stemma dei Monaldeschi di Orvieto che
la sormonta, anch'essi precedenti dominatori di Sarteano; nella sua parte
interna, in alto, scorgeremo un affresco ormai ridotto piuttosto male risalente
al XVII secolo.
Proseguiamo oltre la porta e ammiriamo a sinistra una finissima costruzione
perfettamente restaurata con un andamento semicircolare nella sua parte alta, da
sembrare una frazione di bastione: è Palazzo Fraticelli, proprio di fronte alla
discesa di Via S.Angelo che abbiamo alla nostra destra. Immediatamente dopo di
esso ecco subito un altro gioiello architettonico: Palazzo Cennini; il suo
interno contiene un cortile circondato da loggiati di rara bellezza al quale si
accede dai un grande portone che troveremo spesso aperto in quanto vi è presente
una cantina ed una rivendita di prodotti tipici. Poco più avanti si aprirà a noi
una elegante piazzetta sulla quale si affaccia, proprio davanti alla facciata
del Palazzo Cennini, la Collegiata di San Lorenzo, sicuramente la più bella
chiesa di Sarteano; nel suo interno sono costudite diverse interessanti opere
d'arte quali un coro ligneo di pregevole fattura e, nella navata sinistra dentro
la quale è stata ricavata una cappella, la tela della Madonna del Buon Consiglio
patrona di Sarteano, oltre a due tavole di Girolamo del Pacchia raffiguranti
l'annunciazione.
Dall'altro lato della piazzetta una lapide in pietra vicino ad un portone
testimonia che proprio in questa casa, allora appartenete alla famiglia Fontini,
fu ospite nel 1867 Giuseppe Garibaldi dal quale il corso prende il nome, proprio
nel periodo che l'eroe dei due mondi progettava la sollevazione e l'occupazione
di Roma, impresa poi stroncata con il suo arresto qui vicino, a Sinalunga, e il
soggiorno forzato a Caprera; vale la pena di aggiungere che 18 anni prima
Sarteano aveva già visto il passaggio di Garibaldi, ed in circostanze assai
diverse, ma di questo argomento trattiamo ampiamente nell'itinerario ad esso
dedicato. Oltre la piazzetta incomincia dunque il Corso e noi incamminandoci
lungo di esso; a destra subito dopo la chiesa troveremo un grosso cancello che è
stato l'ingresso dell'antico ospedale, prima che ne venisse estesa la
costruzione dalla parte della Via di Fuori, e subito dopo il portone di un'altra
piccola chiesa poco conosciuta ma con un interno molto artistico ed elegante: la
Chiesa Del Suffragio, con il portale sovrastato da una lunetta in terracotta
raffigurante l'annunciazione che si affaccia quasi davanti ad un vicolo dal nome
caratteristico, il Vicolo Baciadonne.
Adesso possiamo proseguire la nostra passeggiata per goderci Corso Garibaldi,
ritornato a nuova vita grazie alla rinnvata pavimentazione in pietra e la
limitazione del traffico; ai suoi lati si affacciano sempre più numerose
botteghe che abbelliscono il tutto esponendo anche fuori dalle vetrine
artigianato artistico, manufatti di vario genere, prodotti tipici, souvenir e
quanto altro passa allietare un visitatore. Verso la parte finale, sulla destra
troveremo l'Ufficio Turistico, poco dopo l'ingresso del Municipio e dopo ancora
l'ufficio della Pro Loco; a questo punto saremo di nuovo arrivati in Piazza XXIV
Giugno che si apre tutta davanti a noi, mentre a destra avremo la Via di Mezzo
sormontata dall'arcata della prima e più antica struttura di quello che poi è
diventato il Palazzo Comunale, in evidente stile gotico. Se adesso proseguiremo
lungo la breve Via di Mezzo per uscire dalla omonima Porta ,ci ritroveremo in
Piazza Domenico Bargagli e potremo terminare il nostro itinerario proprio nel
punto esatto dove è incominciato.
È consigliabile però allungare di un poco il tragitto per andare a scoprire
un'altra interessante via: Via dei goti. Appena giunti alla fine del corso
possiamo dunque girare a sinistra e dopo pochi metri la vedremo salire sempre
alla nostra sinistra; quasi alla fine della salita, al numero civico 15 sul lato
sinistro incontreremo un portone particolarmente artistico, adornato dagli
stemmi della famiglia Tedeschini - Piccolomini e una lapide sopra di esso ci
illustra che questa è la casa natale di Francesco Tedeschini Piccolomini, futuro
Papa Pio III del quale abbiamo già parlato più volte. Vale comunque la pena di
aggiungere che la sua investitura ebbe luogo nel 1503, e quindi proprio nel 2003
ne ricorre il 500° anniversario; il suo papato fu però destinato a durare poco,
soltanto 27 giorni. Continuiamo la passeggiata lungo Via dei Goti e dopo poco
troveremo una scalinatella alla nostra destra che porta alla superiore Via S.
Angelo e proprio di fronte ad essa una edicola votiva della Madonna; ancora più
avanti, arrivando alla parte più pittoresca della via, incontreremo nuovamente
Vicolo Baciadonne a sinistra, da questa posizione particolarmente suggestivo in
quanto ben visibili le semiarcate al di sopra di esso ed il cancello con i
finestroni a volta del vecchio ospedale al di là del corso. A questo punto
potremo ridiscendere lungo il vicolo e tornare a concludere l'itinerario
percorrendo di nuovo Corso Garibaldi fino alla piazza oppure proseguire ancora
pochi metri fin dove Via dei Goti termina con una ripida discesina verso
sinistra per portarci di nuovo in Piazza San Lorenzo e da qui scegliere di
raggiungere la sottostante Via di Fuori utilizzando la scalinata che parte
proprio a fianco del portone della chiesa e conduce di fronte al parcheggio di
Piazzale Ippocrate, esattamente all'incrocio con la strada per il campeggio.