Dizionarietto dialettale e piccola enciclopedia sarteanese


49° puntata
(segue la lettera “T”)


Teatro degli Arrischianti====In un libro scritto a cura di Carlo Bologni nel 2000, poco dopo la riapertura del teatro stesso dopo circa 34 anni di chiusura, è raccolta tutta la storia e la vita dell’elegante teatro che è all’interno del Palazzo Comunale. Dopo l’uscita del libro, Carlo Bologni ha trovato una copia dattiloscritta in carta velina delle memorie del suo avo Galgano Galgani (dal quale nacque Alessandro, padre di Galgano padre di Nerina, madre di Teresa, madre di Carlo Bologni estensore di queste note ) in cui Galgano afferma di aver costruito il teatro – probabilmente restaurato dato che quando l’Accademia degli Arrischianti si spostò nel “Palazzo della Cancelleria” adattò la grande sala consiliare a teatro nel 1740 - nei primi anni del 1800. L’Accademia degli Arrischianti, fondata nel 1731, si spostò infatti nel 1740 da Palazzo Chierici (attuale Corso Garibaldi) al teatro della Cancelleria (l’attuale Palazzo comunale) . Secondo il dott. Domenico Bandini - che non ha conosciuto le memorie di Galgano Galgani - l’Accademia ristrutturò nuovamente il teatro adeguandolo alle nuove necessità, e così fece nel 1884. Documenti dell’archivio storico del comune di Sarteano, riportano l’elezioni di “deputati sopra il teatro” già nel 1680 e un ampliamento del teatro stesso in quegli anni. Non è quindi sbagliato affermare che l’attuale Teatro degli Arrischianti è settecentesco. Può essere invece azzardato affermare che l’attuale forma con tre ordini di palchi sia di quello stesso tempo, perché per ora si conosce solo quanto ha scritto Attilio Zuccagni Orlandini nel suo “Atlante…”datato 1833, del quale nell’archivio Bologni è copia anastatica. Galgano Galgani quindi non può aver “costruito” un teatro già esistente ma l’avrà ristrutturato e restaurato, come poi avvenne nel 1884 e nella fine del XX secolo.
tela'===andarsene velocemente
teleferica del Bertini===era una teleferica, probabilmente ideata da Renato Bertini meccanico di Sarteano, che per diversi anni trasportò legname dalla zona dei Rocconi al Ponte dell'Astrone della strada di Chianciano. Nel 1919 c'era ancora, come dimostrano le fotografie conservate nel mio archivio, ma fu ideata prima della prima guerra mondiale. Una ditta dell'Italia Settentrionale aveva organizzato tutto, e serviva non solo l'Esercito ma anche le Ferrovie (per le traversine). Evidentemente i boschi di Sarteano erano ancora vere foreste, così come lo erano state ai tempi degli Etruschi, quando Chiusi fornì a Roma legname per le navi della spedizione di Scipione l'Africano. Il camion era un popolare 18bielle.
tempìccio===tempo poco buono
tene' 'n un piedistallo===tenere in grande considerazione una persona
terrierato===era il temine corrispondente alla odierna “cittadinanza”. Secondo lo Statuto di Sarteano del 1434 (uno dei pochi statuti tre-quatrocenteschi rimasti nel territorio senese, restato praticamente in vigore per 300-400 anni) per ottenere la residenza a Sarteano bisognava essere “di buona condizione e fama”, avervi abitato continuativamente per almeno 5 anni e aver avuto l’approvazione del Consiglio generale. Altrimenti “doveva intendersi forestiero”.
Terruzzi Ferdinando====(nato a Sesto San Giovanni 17 Febbraio 1924; morto a Sarteano 10 Aprile 2014. Medaglia d’oro alle Olimpiadi di Londra del 1948, medaglia d’oro al Valore Atletico. E’ stato un grande ciclista, indiscusso campione delle “sei giorni” dove ha portato al successo grandi campioni come Coppi, Magni, Anquetil. Dopo la morte per malattia della moglie Annette Magnouac con la quale aveva vissuto nella Costa Azzurra, si sposò con la nostra concittadina Lina Cesarini nel 1977 e si trasferì a Sarteano, dove visse fino alla morte. Onorato all’inaugurazione del Palazzetto dello Sport di Sarteano il 24 Aprile del 2004, fu fatto cittadino onorario del nostro paese nel 2006. Nel 2005 un libro documentatissimo di Giordano Cioli e Mirella Meloni ha esaurientemente tratteggiato la sua figura, dalla prima medaglia vinta a 4 anni alla medaglia d’oro delle Olimpiadi Londra. La sua ultima vittoria risale al 1965, nel Criterium d’Europa dell’Americana.
terzo aprilante quaranta dì durante===per quaranta giorni il tempo sarà uguale a quello del 3 Aprile
testa fasciata===persona prevenuta
testastì===cotesta
testicciòla===testina di agnello o di vitello bollita
testo===vaso di terracotta per piante o fioritincòne; persona furba
testùcchio===acero messo a sostegno dei filari d'uva
tiglioso===pezzo di carne cotta troppo poco tempo dopo la morte dell'animale
tignòso===caparbio
tìmbula'===timbrare
tina===recipiente di legno, piuttosto largo, dove è messa a bollire l'uva vendemmiata
tinòzza===vasca
tipografie===a Sarteano, patria della pergamena e carta di qualità, sono vissute diverse tipografie: t. Giannini, t. Albertina; t. Pansolli poi di Serafino Gentilini che successivamente impiantò la t. a Chiusi; t. Bianchini-Fè, poi fratelli Ugo e Alvaro Mancini, chiusa negli ultimi anni del XX secolo
tira'===la cannella o la fonte non tira (cioè non viene l'acqua)
tira' 'n fori===equivale al modo di dire di moda 'remare contro'
tiritèra===filastrocca
tizzòne===pezzo di legno quasi tutto consumato dal fuoco
tocco===le ore tredici
Tomba della quadriga infernale===eccezionale scoperta dell’Ottobre 2003, nella necropoli delle Pianacce. E’ divenuta famosa in tutto il mondo per i suoi straordinari affreschi
Tombe===podere nella valle dell'Astrone che ha preso il nome dal ritrovamento di una interessante necropoli intatta, con numerosi sarcofagi della famiglia Etrusca Cumere. I reperti costituirono la base del Museo Etrusco Bargagli di Sarteano, che nel 1930 fu portato a Siena e costituisce la parte principale del Museo Etrusco di quella città
tonfo (a-)===a casaccio
tono===non solo nel senso di tuono, ma anche di fulmine
tòrbulo===torbido
torcibudèllo===peritonite
tormentìna===doloretto continuo
torso===buono a nulla
tortòre===bastonaccio, come quelli che si portano per cercare i funghi
tortulàta (o torturàta)===bastonata
tossicòne===attacco di tosse
tosto===duro
toti===diffusissimo gioco dei ragazzini di una volta. Si faceva una buca grossa (totone) in mezzo a 4 o 5 buche piccole (totini). Il bordo superiore del toto era detto beccio. Si tirava da alcuni metro verso le buche un pallino di piombo. Se si tirava di 'alzata' e non di 'striscio', si doveva dichiarare se 'era col beccio' o senza. La linea di partenza del tiro era stabilito dall'ultimo della 'conta'. Chi riusciva a infilare il pallino nella buca grossa (detta anche 'Mario') portava via tutta la posta in palio. Chi infilava una buca piccola vinceva un soldo. Ai toti si giocava soprattutto ai 'giardini' , vicino alla 'gora', cioè alla Molinella (dove ora è la Scuola Media. "Va' a gioca' a' toti!" cioè datti all'ippica!