DIZIONARIETTO DIALETTALE
XLIX
puntata
(inizio lettera ‘r’)
rabàcchio===ragazzotto
rabbonìssi===smettere di esere arrabbiato
ràcano===ramarro
raccapezzacci===='n ci raccapezzo gnente=non ci capisco niente
racconta’ per filo e per segno===ridire tutto senza lasciare una parola o un
segno di punteggiatura
radici===ravanelli===
raffe ('o di riffe o di raffe')===o in un modo o in un altro
ragagnìno===risentito
raggeggia'===riparare alla meglio
ragiona'===chiacchierare
ramacciàta===rimprovero
ramato===solfato di rame in soluzione acquosa (con vetriolo e calce viva) da
spruzzare sulle viti per prevenire alcune malattie della pianta stessa
ramelino (o ramerino)===rosmarino
ramistéllo===piccolo ramo, ramoscello
rancicàia (o rancico)===raschio alla gola, raucedine
Ranieri di Manente da Sarteano===interessante personaggio della famiglia Manenti
feudataria del Castello di Sarteano e di altri Castelli della zona. Tra il 1200
e il 1220 arriva perfino alla conquista di parte della Sicilia ed è oggetto di
scambio di lettere tra il Papa Onorio III e l'imperatore Federico II. Lo
studioso medievista Mario Marrocchi ha scoperto numerosi documenti d'archivio
che seguono questo personaggio in numerose vicende, e le sue ricerche sono state
pubblicate nel 'Bullettino senese di storia patria'
ranno===liquido con cenere usato una volta per 'fare il bucato' cioè per lavare
i panni. Una volta 'fare il bucato col ranno' era cosa comune. Oggi è rarissimo.
Le massaie sarrteanesi facevano così: prendevano la biancheria da lavare e la
bagnavano 'al fosso', agli 'spartitoi' o ai lavatori pubblici che nacquero nella
fine del XIX sec. In tutti i casi lavavano con acqua sui 23°-24°, perchè era
l'acqua che scaturiva nell'altipiano dalle sorgenti della zona di Santa Lucia
(Bagno Santo). Poi 'componevano' il bucato nel 'bucatoio', recipiente di coccio
con un foro laterale in cui veniva innestata una specie di cannella di canna o
di legno. Dapprima si metteva nel fondo la biancheria più sporca e quindi si
riempiva con l'altra biancheria. Sopra si metteva un telo detto 'cenerone', e
sopra a questo si metteva cenere in abbondanza. Si scaldavano quindi 'paioli'
d'acqua nel camino e si rovesciava l'acqua sopra alla cenere, aumentando
gradatamente la temperatura dell'acqua stessa, dopo averla ogni volta recuperata
attraverso la cannella. L'ultima acqua doveva essere a bollore. In tempo di
guerra era difficile e costoso il sapone, e allora i panni si lavavano in casa
bollendo insieme soda caustica e grasso. Si lasciava poi riposare il tutto per
24 ore. Si toglieva quindi la biancheria e si sciacquava 'al fosso o come sopra,
dopo aver avuto cura di utilizzare l'ultimo ranno per la biancheria di colore.
Con il tempo buono la biancheria lavata si metteva al sole sopra ai cespugli.
Normalmente ci volevano, per fare un buon bucato, tre giorni e molta fatica.
Ora, e con poca fatica, bastano un paio di ore.
ranzagnolo===oggetto tondo di legno usato per affinare la pasta
rappecetta'===aggiustare
rappresura===raffreddore
raschiamèsa===arnese per raschiare la spianatoia o il fondo della madia
raspo===malattia della pelle o della lingua di polli e conigli; ('ti venisse '-)
cioè imprecazione o saluto amichevole e scherzoso
rassetta'===riparare panni o mettere in ordine la casa
raù===miscuglio, confusione ('si è fatt'un raù)
ravaggiòlo ( o rivaggiòlo)===latte rappreso, guarnito in foglia di felce
razza'===rasentare
razzàta===colpo di sole o di freddo che rovina una pianta
razzola'===il girare delle galline per l'aia in cerca di qualcosa da mangiare
razzumaglia===accozzaglia di gente, marmaglia